ITR3. Il dinamismo dello spazio geopolitico e le sue molteplici cartografie
Indagare il potere significa documentare uno spazio mobile, dinamico, soggetto a modifiche incessanti, dove ideologie e pensieri si muovono insieme ai discorsi e alle pratiche che li materializzano. Esercitare il potere significa non solo controllare materialmente quello spazio ma anche riprodurlo e comunicarlo conformemente ai propri interessi, spesso in collisione con altri poteri. Per entrambi gli obiettivi, le rappresentazioni svolgono una funzione cruciale che non si limita a raccontare ma performa la realtà.
La prospettiva spaziale permette alla geografia di indagare i rapporti di potere attraverso una lente più originale, feconda e complessificata rispetto ad altre discipline. Può giocare questa carta con l’etichetta di “geopolitica”, che non solo vive oggi un momento di rinnovato interesse scientifico e di forte notorietà pubblica, ma coglie anche bene la natura relazionale del rapporto tra il pensare il mondo, il raccontarlo e l’intervenire materialmente su di esso. L’ininterrotto flusso della loro interazione è al centro di questa sessione, che accoglie contributi dedicati a ogni possibile espressione cartografica dei molteplici aspetti dello spazio geopolitico. Si può trattare di cartografie di oggi o del passato, dalla metrica topografica o topologica, tradizionali o sperimentali, materiali o mentali, statiche come delle istantanee o animate come dei video, esplicite o implicite nella loro assertività, purché capaci di problematizzare la rappresentazione dello spazio politico restituendo informazioni o suggestioni riferite a uno o più di questi suoi elementi: i caratteri (gli squilibri, le polarità, le ripartizioni, le configurazioni, ecc.), le scale e le loro relazioni (multi- e transcalarità), le forme della conflittualità (violenta e non), la natura degli attori (istituzionali e non), le poste in palio (materiali e simboliche), i rapporti di potere (equilibrati e non), gli strumenti di lotta (convenzionali e non).
Van Houtum H., Bueno Lacy R., “The migration map trap. On the invasion arrows in the cartography of migration”, in Mobilities, vol. 15, issue 2, Special Section: Reproductive Mobilities, 2020, pp. 196-219.
Quaini M., “L’Italia dei cartografi”, in Storia d’Italia. Atlante, Torino, Einaudi, 1976, pp.5-24.
Palsky G., “Maps Against Imperialism: Frank Horrabin and Alexander Radó’s Atlases in the Interwar Period”, in Kent A.J., Vervust S., Demhardt I.J., Millea N. (a cura di), Mapping Empires: Colonial Cartographies of Land and Sea, Springer, 2018, pp. 159-176.
Herb G.H., “Geopolitics and Cartography”, in The History of Cartography, Volume 6. Cartography in the Twentieth Century, The University of Chicago Press, 2015, pp. 539-548.
Profilo proponenti
Edoardo Boria insegna materie geografiche presso l’Università di Roma “La Sapienza”. Si è occupato in particolare di cartografia e di geopolitica, soprattutto nelle loro innumerevoli intersezioni. Ne sono esempi il recente “Storia della cartografia in Italia dall’Unità a oggi” (UTET, 2020); il video-documentario “Cos’è geopolitica” (IsagTV, 2017); la responsabilità, da molti anni, di rubriche fisse sulle riviste J-Reading (con Tania Rossetto) e Limes.
Email di riferimento
edoardo.boria@uniroma1.it